Fu forse Omero a dare
il primo nome "Eea", da Eos, aurora, o dalla voce
fenicia Eeus, che significava triste. Anche Giovanni
Boccaccio parla di Ponza nella "Geneologia degli
Dei" chiamandola Monteblivione, luogo di oblio, in
quanto si narra che tutti gli uomini su questa isola
fossero pigri e si lasciassero prendere dal fascino
delle fanciulle.
Virgilio la definì l’isola di Circe
e c’è infatti chi sostiene che Ponza fosse la dimora
della maga che, giunta con il carro del sole
sull’isola "che il mar senza confine circonda"
(Omero), tramutò in porci i molli uomini e le donne
in sirene per attirare i naviganti con il loro
dolcissimo canto.
Anche lo scaltro Ulisse nella sua
navigazione giunse all’isola con i suoi compagni ed
il mito vuole che essi furono subito trasformati in
porci con una pozione che anche l’eroe greco aveva
bevuto ma si salvò dall’incantesimo con un’erba che
gli aveva dato Mercurio.
La maga riuscì a soggiogare
l’eroe con l’amore: Ulisse e Circe ebbero un figlio, Telegono, progenitore di Italo che dette il nome
all’Italia.
Ulisse decise però di tornare alla sua
patria dalla moglie e dal figlio ed abbandonò
l’amante che fu vendicata in seguito dal figlio Telegono che uccise Ulisse nella sua reggia di
Itaca.
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